Giu 3, 2018

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Un mondo di Plastica

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L’invasione degli oggetti di largo consumo in plastica è un problema  evidente a tutti. Anche i luoghi più remoti della nostra terra oramai sono invasi da particelle di plastica. Essa derivata dal petrolio  non si degrada, anzi permane per tantissimi anni. Per darci un senso della misura del tempo, persiste 500 anni ed anche più, come 6 generazioni. Immaginate, in 500 anni quanto materiale di plastica si può accumulare, nei terreni, nei mari, sulle spiagge, nei boschi.

Mi turba dover constatare che gli oggetti abbandonati, volontariamente od involontariamente, si sbriciolano per l’azione del sole e non vengono digeriti dalla Madre Terra. Anzi, le minute particelle vengono ingerite dagli animali che confusamente se ne alimentano. Seguendo questo percorso tramite la catena alimentare ritornano all’uomo che li ha generati.

Non ci si può difendere dall’invasione della plastica, perchè è di largo consumo. Essa viene trasportata dal vento e dalle acque. Si riversa anche nelle aree protette, dove l’attenzione dei visitatori è massima. Quindi anche se si è meticolosi nell’uso dei materiali, indirettamente, dall’indiscriminato abbandono tutti ne veniamo coinvolti.

Come si può risolvere il problema?

Semplicemente utilizzando oggetti 100% biodegradabili, derivanti dalla cellulosa, dalla crusca e dall’amido.

Perciò iniziamo il cambiamento partendo dalle azioni quotidiane. Acquistiamo ecostoviglie. Sono diverse, belle e soprattutto sono compostabili. Inserite nel ciclo dei rifiuti, fanno diminuire il costo dell’immondizia individuale e collettiva.

Pensate un pò, anche se casualmente abbandonate arricchiscono la Madre Terra di humus.