L’etimologia parla chiaro: si può essere comunità anche solo vivendo negli stessi luoghi, nello stesso “comune”. Ma si può essere compagni in un unico modo: dividendosi il pane. “Cum panis”. Quella che si è riunita domenica scorsa all’azienda agricola Vigliotta per il progetto di comunità “Il Grano” è dunque una compagnia a tutti gli effetti, tenuta insieme da un impasto di convivialità, visioni condivise e farina di prima qualità, ottenuta da grani antichi e coltivazioni naturali. Un’allegra compagnia che prova a spalancare «nuove possibilità ritrovando azioni del passato», perché i ceci del gruppo d’acquisto hanno più sapore con la laina fatta a mano, come la facevano i nonni e i bisnonni e forse Adamo ed Eva. D’altronde quando si toccano le tradizioni si sfiora l’origine dell’esistenza, e la questione diventa biblica.

«Il pane si trasforma in carne e il vino in sangue», ha sancito Tommaso D’Aquino, aprendo le porte alla logica deduzione che «buon vino fa buon sangue» e che la “transustanziazione quotidiana” (quella che trasforma gli elementi dell’universo in occhi, capelli, pensieri e parole) possa essere di cattiva qualità, se non si fa caso agli ingredienti. E se le insurrezioni popolari del passato scattavano per la mancanza di pane (come ricordano Mario Iarrobino e Alessandro Manzoni descrivendo il “Tumulto di San Martino”, ovvero la rivolta del pane nella Milano del Seicento), c’è da scommettere che le prossime battaglie saranno tra autoproduzioni e grande distribuzione organizzata di cibo spazzatura, territori consapevoli contro lobby multinazionali che deportano redditi e persone, nell’ambito di un conflitto globale per l’accaparramento di risorse.

«Insomma, alla fine eravamo nella campagna di Vincenzo semplicemente per mangiare una laina e ceci e per bere un bicchiere insieme». Per fortuna ci sono giornate semplici, fatte di gesti e attenzioni semplici, che testimoniano un percorso ormai segnato verso una «maturazione collettiva e un nuovo modo di approvvigionarsi dei prodotti alimentari».

Alessandro Paolo Lombardo