Giuseppe Ciarcia

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«Basta diserbanti: finiscono nell’acqua e in quello che mangiamo»

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La stagione dei diserbanti è solo all’inizio. «Da questo momento in poi i consumatori saranno stretti tra l’incudine e il martello: tra le grandi aziende che ne fanno un uso estensivo e i piccoli e medi agricoltori che spessissimo utilizzano a loro volta prodotti chimici aggressivi nelle loro coltivazioni. Queste sostanze tossiche si accumulano nelle falde acquifere, finiscono nei cibi, provocano tumore, uccidono le api, compromettendo i cicli di impollinazione e la biodiversità. E trovare un prodotto sano in questa strettoia è difficilissimo».

Che fortuna a stare in campagna per assistere alla distruzione della biodiversità dei nostri territori. L’agricoltura ha ceduto il passo ad un sistema agricolo capitalistico in cui l’unica cosa che conta è la quantità di prodotto finale da vendere. Questa assurda “corsa all’oro” abbiamo distrutto non solo la qualità del prodotto ma anche la diversità dei nostri territori. L’incidere dei prodotti fitosanitari non si limita a distruggere quelle erbe – ritenute infestanti – bensì annienta completamente ogni forma di biodiversità indebolendo l’equilibrio naturale.

 

Intervista in trattore: «L’agricoltura intensiva ha distrutto la naturalità del grano»

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«La produzione intensiva ha bruciato la semplicità del grano», spiega Massimo, socio e produttore della nostra piccola comunità.

La spasmodica ricerca della quantità ha privilegiato approcci agricoli che inquinano e impoveriscono il terreno, seminando la povertà del domani. Privandoci oggi di prodotti buoni e sani ed escludendoci da quei gesti che ci identificano come una comunità. E’ proprio dall’idea di comunità che riparte il progetto “I Luoghi del Grano”, unendo auto-produzione e inclusione, in un’ottica di tutela ambientale ed economia circolare.

Da quando il gruppo è partito ad oggi molte cose sono cambiate. 4 anni fa era molto difficile trovare agricoltori che credessero nel progetto e mettessero a disposizione terre e competenze. Oggi tanti piccoli e medi produttori chiedono di collaborare con il progetto di comunità, producendo direttamente per le famiglie. Saltando intermediari e grande distribuzione. Evitando pesticidi e diserbanti. Mettendo in tavola prodotti naturali, «anche per i nostri figli».

Progetto di Comunità, il rito della macellazione dei maiali.

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La macellazione del maiale. Rito antico della tradizione contadina che coinvolgeva tutta la famiglia, i vicini di casa, gli amici. L’uccisione del maiale era un vero è proprio rito, un momento di socializzazione che coinvolgeva tutti e durante il quale si festeggiava, si mangiava e si aiutava nella lavorazione della carcassa per la preparazione degli insaccati.

 

 

 

“Il maiale – scriveva Pierre Loti – è diventato sporco solo in seguito alle sue frequentazioni con l’uomo. Allo stato selvatico è un animale molto pulito.” Ad un certo punto della storia umana abbiamo scelto di ignorare la natura ed abbiamo ceduto all’affascinante canto della sirena denaro. Sono nati gli allevamenti intensivi per garantire un prodotto tutto l’anno nei tempi più brevi a discapito di qualità e genuinità del prodotto e trasformando l’animale in un semplice prodotto. 

Il percorso avviato con il G.A.S. 100 Metri è per ricordare che è importante per l’animale crescere e vivere dignitosamente. Crescere all’aperto, mangiare sano e poi quando è il momento sacrificarsi con dignità per diventare nutrimento per l’uomo.

 

 

PierLibro. Book-crossing in memoria di Pierluigi Santillo

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A tre anni dalla prematura scomparsa di Pierluigi Santillo sua moglie, Isabella Santillo, e il proprietario della Libreria Alisei, Alessio Masone hanno voluto dar vita ad un evento che potesse non solo commemorare la memoria di Pierluigi ma che potesse essere un sostegno alle librerie ma che innescasse cultura ed economia solidale, due temi cari a Pierluigi.  Pur non essendo una libreria abbiamo deciso di sponsorizzare questo evento e di dare il nostro piccolo contributo per ricordare Pierluigi che ha speso la propria esistenza in un continuo impegno sociale per la comunità come attivista contro l’inceneritore, in prima linea nelle battaglie per l’acqua pubblica e nell’integrazione degli extracomunitari. 

L’evento durerà una settimana.  Dal 6 Febbraio si potrà acquistare e depositare presso una delle librerie aderenti all’iniziativa un libro e ritirarne gratuitamente uno depositato da altri lettori. Una iniziativa che si propone di innescare la cultura ed un economia solidale. La nostra Associazione concentrata sull’autoproduzione di comunità non dimentica l’importanza della cultura e della necessità di valorizzarla. Di libri apprendiamo come dalla terra che curiamo e coltiviamo, se il nostro territorio è il nostro cuore l’amore e l’importanza che diamo ai libri ed alla cultura sono la nostra anima che vibra.

 

Isabella, la figlia di Pierluigi lo ricorda in una lettera aperta che vale più di mille parole che potremmo spendere per descriverlo.
<< Papi, Mi dà un senso di pace vedere, e sentire, quanto tu sia ancora nella mente e nel cuore di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti, di incrociare la loro strada con la tua. Quanto tutti cerchino modi per ricordarti, per portare avanti quello in cui credevi. Ti rivedo in ognuno di loro. Durante le vacanze di Natale dell’ultimo anno stavi già tanto male, ma ancora abbastanza bene per uscire da quel letto. Hai insistito che ti portassimo in libreria, e hai comprato più libri di quanti se ne possano contare. Di tutti i generi, per tutti i gusti. Finché ce l’hai fatta, hai accolto le persone che venivano a trovarti e a tutte hai detto: “Scegli un libro, sono sul tavolo”. È stato uno degli ultimi regali che hai fatto a chi ti voleva bene. Oggi, a tre anni da quegli ultimi giorni, qualcuno che ti conosceva vuole continuare a diffondere questo tuo amore per i libri, per la cultura, per lo scambio. Chiunque aderirà a questa iniziativa troverà in quei libri anche un po’ di te. >>
All’iniziativa partecipano la libreria “Controvento” di Telese Terme, le cartolerie “Daisy” e “Snoopy” di San Salvatore Telesino, le cartolibrerie BFT di Cerreto Sannita, le librerie “Guida” e “Masone” di Benevento (e l’annessa “Librerietta Pulcetta” per bambini. REALTA’ CULTURALI ADERENTI: “Amici della Biblioteca” di San Salvatore Telesino, “Fondazione Gerardino Romano” di Telese, “Bibliovalle” di Foglianise, “Edizioni Primavera” di Cervinara, “Lerka Minerka”, “Solot Compagnia Stabile”, “Culture e Letture”, “Helgoland”, “Ecosphere”, Edizioni “Realtà Sannita”, “Art’Empori”, “Lettor’Indie” e “Tribù del Cambiamento” di Benevento, “Ecopotea” di Venticano, “Fronte Terra” di Casalbore, “bMagazine” e “Alleanza Verde. La medicina delle piante

Dal seme alla pasta…

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Il tempo passa veloce e non ci rendiamo conto del silenzioso fluire se non prendendo in considerazione punti fissi, come può essere l’evoluzione del processo produttivo intrapreso da ecopotea con il gruppo di autoproduzione.

Fin dal primo momento abbiamo iniziato una collaborazione con la sig.ra Concetta Puzo, proprietaria di un pastificio artigianale “LA PAESANA”. I primi sacchi di farina lavorati presso il pastificio hanno determinato a Concetta numerosi grattacapi derivanti dalla difficoltà legata all’impasto per il tipo di semola che gli fornivamo. Il prodotto che ne derivava era altamente digeribile e saporito, ma la pasta era difficile da cuocere e si attaccava ai denti.

Oggi finalmente dopo numerose prove e grazie alla disponibilità di Concetta, che pazientemente ci ha guidato, abbiamo ottenuto una pasta migliore. Sempre digeribile ma che regge la cottura e soprattutto con consistenza diversa. Il tutto dipendeva dal calibro della semola e dal tipo di grano coltivato. Oggi a distanza di anni possiamo dire di aver capito molto e grazie alla nostra collaborazione riusciamo ad avere un prodotto di tutto rispetto. Grazie Concetta per aver messo a disposizione di ecopotea la tua esperienza ed il tuo laboratorio al fine di migliorare il percorso intrapreso anni fa.

 

BOTTONCINI AL BURRO DI ARACHIDI

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Oggi vi proponiamo una simpatica ricetta offertaci da Lucia Arrichiello, partecipante al nostro Progetto di comunità e di Autoproduzione.

 

Cominciamo dagli ingredienti!

  • Per l’impasto:

500 gr di farina tipo 1 macinata a pietra
275 di latte
50 gr di uovo intero (1)
2 cucchiai di miele
150 gr di lievito madre oppure 25 gr di lievito di birra
7 gr di sale (1 cucchiaino)
2 o 1 tuorlo d’uovo

  • Per il burro d’arachidi:

50 gr di burro

70 gr di arachidi tostate salate (il sale va levatostrofinandole un po’)

Procedimento

1. Lavorare in una terrina tutti gli ingredienti, incorporando alla farina il latte, le uova, il lievito. Aggiungere il miele ed il pizzico di sale;

2. Sbriciolare in un’altra ciotola le arachidi, eliminando i residui di sale strofinandole, e mischiarle con il burro;

3. Incorporare il burro con l’impasto;

4. Ungere una pirofila e riversarvi il panetto coprendolo con un canovaccio o una pellicola trasparente e lasciarlo lievitare fino al raddoppio di volume;

5. Una volta raddoppiato il volume. Stendete l’impasto e arrotolatelo a bastoncino tagliandolo per la lunghezza ricavandone pezzetti da 30\40 gr.;

6. Lavorate i pezzetti fino ad ottenere una pallina e posizionatela su una teglia precedentemente rivestita di carta forno;

7. Emulsionate i rossi dell’uovo con un pizzico di sale e una goccia di latte ed usatelo per spennellare le palline;

8. Lasciate lievitare le palline per un’altra ora circa;

9. Passata l’ora di lievitazione spennellate nuovamente le palline con il rosso d’uovo ed informate a 180° per 8 minuti;

Una volta pronte farcite a piacere! Bon appetit

Il sogno de “L’Arciere” e il benessere animale

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Ho conosciuto Luciano Michele tredici anni fa. Ci incontrammo per una gita in Basilicata organizzata dall’ ASL di Avellino. Andavamo alla scoperta di un allevamento di suini allo stato brado. Volevamo capire le modalità per riuscire nell’ impresa di allevare suini prendendo in considerazione il solo benessere animale. Ci chiedevamo come poter tenere in perfetto equilibrio naturale l’allevamento del suino con la flora e la fauna selvatica. Eravamo in sette, tutti pieni di entusiasmo ed euforia per quello che avevamo visto. Durante il pranzo, riuniti attorno alla tavola, ognuno di noi esprimeva con sicurezza e forza quello che immaginava sarebbe stato il proprio allevamento. Ebbene da quel giorno ho perso di vista tutti, tranne Luciano Michele. L’unico che con testardaggine e costanza ha realizzato il sogno di un allevamento in montagna, rendendo fruibili territori inesplorati senza alterarne il valore biologico. Nonostante la presenza dei maiali il suo obiettivo è difendere la biodiversità sia dei vegetali che degli animali che alleva. Infatti ha introdotto nel territorio il maiale nero casertano, incrociato con razze cosmopolite, razza rustica e adatta al pascolo.

Luciano Michele, una persona “tutta di un pezzo” di cui ancora non so dirvi qual è il nome e quale il cognome, ha tenuto duro. Passando da momenti di sconforto a momenti di fiducia e grazie alla presenza della sua compagna, ha costruito dal nulla  l’azienda “L’Arciere” .

“L’Arciere” ha sede  a Sant’ Agata Irpina in via Cigliano tra i monti della Castelluccia dove nascono sorgenti di acque pure e limpide, tra secolari castagneti e querceti e dove gli asparagi e l’origano segnano il passo dei viandanti. Posto ideale per una gita con la famiglia e per un ristoro in azienda fatto di salumi e di cordialità. Tra “Ecopotea” e Michele, questo è il suo nome, è iniziata una collaborazione allo scopo di creare un progetto:  “Adotta il tuo maiale”, che assicura fino al rito della macellazione il pieno benessere dell’ animale. Grazie Michele per quello che fai, per l’impegno a garantire agli animali una vita sociale, nel pieno della libertà, e alle generazioni future la possibilità di mangiar sano, fuori dagli obbrobri degli allevamenti intensivi.

 

La comunità di “Ecopotea” ai tempi del Coronavirus

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Il portale «bMagazine» dedica un’intervista al nostro Giuseppe Ciarcia su “Comunità e autoproduzione in tempi di pandemia” attraverso il caso di “Ecopotea”.

«Siamo un gruppo di famiglie provenienti dallo stesso territorio – spiega Giuseppe – individui cresciuti con le stesse tradizioni che si uniscono con l’obiettivo comune non solo di produrre alimenti sani ma anche di condividere comportamenti sociali etici e solidali. Seguiamo in prima persona le fasi produttive, attuando una continua didattica sul campo ai nostri figli. Siamo donne, uomini, produttori e consumatori con l’intento di promuovere uno scambio reciproco di conoscenze. Siamo anche narratori di storie e leggende attinenti a un mondo che tenta di scomparire».

Ma qual è il ruolo che realtà come “Ecopotea” possono avere in questo periodo di emergenza, possono aiutare ad affrontare meglio la crisi? Leggi l’intervista integrale a Giuseppe: www.bmagazine.it/comunita-e-autoproduzione-in-tempi-di-pandemia-lesempio-di-ecopotea/

Crostini di limone

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Angelina Puzo

500 gr di farina

Un bicchierino di vino bianco

Un limone premuto e grattugiato quando si fa la sfoglia

4 uova

Procedimento

Si impasta aggiungendo alla farina le uova ed il vino bianco. Si impasta. Si prepara la sfoglia (di forma circolare) molto fina, si gratta il limone e si cosparge di zucchero.

La sfoglia si piega in 5 parti in modo da ottenere un’altezza di 4 dita.

Si taglia la sfoglia piegata in tanti pezzi della dimensione di 2 cm.

I pezzetti vengono fritti in olio di girasole bollente fino alla loro doratura.

Successivamente si scolano e si adagiano su un vassoio e si cosparge il tutto con un pizzico di zucchero.

Alla fine si servono con un limone al fianco.

Buon appetito.

 

Cookies

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Marianna Iarrobino

Con farina: ½ Sabatuccio e ½ Senatore Cappelli, mandorle cioccolato e mirtilli.

250 gr. Farina

200 gr gocce di cioccolato fondente

125 gr burro

125 gr zucchero bianco

125 gr zucchero di canna

1 cucchiaino di estratto di vaniglia ( non essenza)

1 uovo

Mezzo cucchiaino di bicarbonato

200 gr di mandorle a fette

100 gr di mirtilli secchi

Mettere in forno ventilato preriscaldato a 190° per 10 minuti.

Consigli

I Cookies risultano morbidi a fine cottura e bisogna aspettare che si raffreddano prima di toglierli dalla teglia.

Si consiglia di conservarli in una scatola di latta e di mangiarli con parsimonia.

Ottimi per accompagnare tè e tisane nelle nostre merende.